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Lionheart


A cura di: Paolo Fasce
Genere: Gioco da tavolo
Durata: 30 minuti
Giocatori: 2
Età: da 10 anni in su
Autore: non segnalato
Editore: MB - Parker

La confezione di questo interessante gioco è molto accattivante, la dotazione dei pezzi ricca e appariscente, tale da giustificare pienamente l'acquisto. La forma della scatola ricorda quella della serie di Axis & Allies, ma leggermente più piccola, la grafica molto accurata. Il primo atto consiste nel costruire gli eserciti posizionando i figurini di plastica su comodi piedistalli, costruire la cavalleria unendo le due metà del cavallo posizionando opportunamente il cavaliere. Qualche adesivo sulle bandiere e sui dadi e si è pronti per partire.
Diverse le tipologie di personaggi. Si va dalla classica fanteria, agli arcieri, alla cavalleria fino ad arrivare al Re. Pronti per le regole avanzate sono a disposizione i contadini, la fanteria pesante e i mercenari. È anche possibile utilizzare la fanteria corazzata utilizzando quella normale, ma posizionando dieci figurini su ciascuno di due piedistalli, invece dei quattro delle regole semplificate che si vanno a posizionare su cinque basi.
Le regole avanzate, in realtà, si limitano a fornire questi nuovi pezzi offrendo la possibilità di posizionare il proprio esercito come più piace, invece di partire da una posizione equilibrata, ma sempre uguale.
Nonostante la evocazione medioevale dovuta al nome, Lionheart, e alla foggia dei soldatini, il gioco ricorda molto gli scacchi addolciti dall'uso dei dadi. Evidentemente questo accostamento può piacere o non piacere, ma il risultato è interessante.
I pezzi quadrati si vanno a posizionare su di una scacchiera di nove caselle di lato e a turno i giocatori possono fare due delle seguenti tre cose: muovere un pezzo, ruotarlo a piacere o attaccare. È possibile muovere due pezzi, ruotare due pezzi o attaccare due volte, ma ogni gruppo di figurini, al proprio turno, può farlo una volta sola. La fanteria si muove di una casella, come un pedone, attaccando di fronte a sè, mentre Re e cavalieri si muovono come le torri. Gli arcieri possono scagliare i propri dardi in un'ampia zona quadrata di nove caselle, sempre di fronte a sè, potendo pure scavalcare pezzi amici o nemici.
Il combattimento consiste nel tirare un dado per ogni fante o arciere, due per ogni cavaliere, e nel rimuovere i nemici colpiti. Il dado ha tre facce sulle quali è disegnata un'ascia, due facce sulle quali è disegnata una freccia e una faccia sulla quale è disegnato un guerriero in fuga: il panico.
Fanti e cavalieri colpiscono quando il dado mostra l'ascia, gli arcieri quando esce la freccia. Se tutti i dadi sortiscono il panico, i guerrieri di quel contingente fuggono a gambe levate generando, a volte, reazioni a catena. Un piedistallo che contiene quattro pezzi, fanti o arcieri, fugge con una probabilità di 1 su 64, cioè una volta su 1296 tiri. Se c'è un pezzo solo, la probabilità è ben più elevata: uno su sei. I contadini sono molto potenti, armati di forconi, ma condizionabili, quindi soggetti al panico e alle sue conseguenze. La fanteria pesante può addirittura combattere ai lati e alle spalle, roteando le proprie asce.
Lo scopo del gioco è quello di vincere la battaglia e ciò è possibile in due modi. Si può uccidere il Re o eliminare l'intero suo esercito. Molto dipende dal tiro dei dadi e la partita si deve affidare, a mio parere, più a considerazioni tattiche che strategiche, ma il divertimento è assicurato. Le regole di gioco sono abbastanza sintetiche da renderlo subito fruibile, ma qualche lacuna poteva essere risolta con una maggiore attenzione nella costruzione delle frasi, senza risultare in alcun modo più prolissi.
Lionheart si presta infine a numerose varianti che possono essere studiate dagli appassionati di quello che si annuncia un gioco di successo per il prossimo Natale.

Giudizio sintetico
Materiali: OOOOO
Regole: OOO
Giudizio: OOO
L'impressione: la semplicità delle regole, la ricchezza dei materiali e la parentela voluta o meno con gli scacchi ne fanno un gioco di grandi potenzialità commerciali, anche se lo trovo adatto per un pubblico giovane.


Questo articolo è; apparso su GiocAreA, la rivista di giochi da tavolo che potete trovare in edicola o per abbonamento. Per informazioni contattate l'autore dell'articolo.